Le impalcature non fanno più paura. Nuova vita per la basilica di Santa Croce: le gabbie di metallo, che da mesi nascondevano il simbolo del barocco leccese, sono state coperte da un telo a grandezza naturale che riproduce la facciata della basilica. Risultato: prospetto salvato per le foto(ricordo) del monumento più conosciuto della città.
Ieri mattina, gli operai della ditta Nicolì di Lequile – aggiudicataria dell’appalto per il restauro – hanno calato il grande telo.
“Avevamo annunciato che avremmo reso meno impattante i lavori e abbiamo mantenuto la promessa”, ha sottolineato Valentino Nicolì, amministratore della ditta che, per due anni, si occuperà dei restauri esterni e interni di Santa Croce.
Tanti gli interventi in cantiere. A cominciare dall’illuminazione artistica della facciata; previsto, ovviamente , il restauro della facciata e della controfacciata, degli altari della navata laterale destra, dei parametri murari interni alla navata destra, delle cappelle, della casa canonica e della campanaria.
A questi interventi si aggiungerà anche il recupero delle coperture di Santa Croce e il posizionamento di un dispositivo di allontanamento volatili a onde elettromagnetiche.
“E ora Santa Croce si prepara ad aprire le porte del cantiere ai visitatori. Domani la presentazione del progetto “che consentirà tour e visite guidate all’interno del cantiere – spiega Nicolì – prenotabili anche attraverso un portale web dedicato”.
E salendo su un ascensore, già dalla prossima settimana, sarà possibile toccare con mano la basilica.